Nino Motta, tipografo, abbandona Milano e la famiglia (una
famiglia disperata e ostile) e torna a Messina, sotto le mentite spoglie del
giornalista, per "indagare" sulla sua infanzia in collegio che, da
sempre, è rimasta intrappolata da una memoria "a macchie", incerta,
segnata da un misterioso trauma. Una volta in loco non ha difficoltà a far
parlare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni, anzi il suo
invito a parlare li trasforma in generosi narratori orali. E così le molte
testimonianze si incrociano affollandosi intorno a due immagini che hanno
accompagnato la vita di Nino Motta: il cappello del padre appeso in corridoio e
la figurina della madre Marietta che sale verso il collegio nel suo cappottino
striminzito. Un nome ricorre nei racconti di tutti: Santino Rocco. Nino ne ha
provocato la morte e questo "assassinio" fu scrupolosamente passato
per un fatale incidente da Padre Frasca, vitalissimo e oscuro factotum della
Casa del fanciullo. Se da una parte Nino Motta si trova nella condizione di
dover espiare un delitto di cui non ha memoria, dall’altra deve, via via, fare
i conti con l’ingombrante e multiforme fantasma del padre (Giornalaio?
Pittore? Agente di cambio? Ricco mafioso confinato in America?) e lo straziante
ricordo della madre. L’indagine, tuttavia, prende una diversa piega quando
entra in campo Simona, una ragazza ingenuamente seduttiva, intelligente, che
smaga il falso giornalista e lo accompagna nella sua "ricerca" fin
dove la verità può essere detta. Simona ha l’età di sua figlia, e Nino –
fra imbarazzo e curiosità – sente nascere attraverso lei una nuova
opportunità, confusa dalla disabitudine alla felicità. Quanto potranno le
rivelazioni dei molti compagni "intervistati" pagare serenamente il
suo debito di memoria? E quanto potrà accettare dalla bella Simona il gesto di
un riscatto esistenziale ed emotivo? Con Tutti contenti Di Stefano arriva
a una maturità espressiva rotonda e maestosa. L’attenzione alla realtà e la
grande macchina narrativa che mette in moto creano personaggi e fondali
indelebili.