“Quanto faceva male vivere. Vivere era una ferita aperta”
Un volume in grado di restituire al lettore l’universo labirintico, frantumato e profondissimo della più importante scrittrice brasiliana del Novecento, nella sua personale lingua anticanonica e contundente. In più di ottanta racconti, compresi fra gli esordi e i ritrovamenti postumi, Lispector narra bambine, adolescenti, giovani, donne mature e poi anziane, donne che attendono la morte: le loro storie, il loro infinito e lacerato diario intimo, alimentato da chimere e sconfitte. La raccolta copre l’intera parabola poetica e formale dell’autrice: dalle prime tracce dalla dolorosa matrice biografica fino alla dimensione di intellettuale cosmopolita. Un esperimento artistico di raffinatissima scrittura e, insieme, la messa a nudo della quintessenza di una donna, che offre, come ha detto il suo biografo Benjamin Moser, “un ritratto indimenticabile di questa grande figura, in tutta la sua tragica maestà”.
“Un libro eccezionale, la prova che Lispector è stata, assieme a Jorge Luis Borges, Juan Rulfo e Machado de Assis, una delle voci più originali della letteratura latinoamericana.” The New York Times