Kibbutz Granot. È un inverno piovoso, interminabile. Il buio cala presto, fa freddo e solo il calore dentro le case è capace di consolare. Yoni e Rimona sono due giovani sposi malinconici: lei sogna i figli che non ha avuto, lui il deserto, la fuga. Hava e Yolek invece rimuginano su vecchi rancori e nuove delusioni. Bolognesi, un ex detenuto graziato, un tipo strano ma con le mani d’oro, lavora a maglia e borbotta frasi incomprensibili. Poi, nell’ennesima sera di pioggia, fa la sua comparsa Azariah, un ragazzo tutto ingenuità ed entusiasmo. Da quella sera, le cose a poco a poco cambiano. Ciascuno sembra andare progressivamente verso il proprio destino. E forse smetterà di piovere. Ambientato alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni, nel 1967, Una pace perfettaincastona la vita di un kibbutz nella storia d’Israele e nel presente. Questo romanzo indimenticabile, il più potente di Amos Oz per il “New York Times”, non solo evoca il divario tra il sogno socialista del movimento sionista e la realtà della vita israeliana, ma, secondo le parole dell’autore stesso, “è il racconto mistico della segreta unione di alcuni esseri umani molto diversi tra loro che diventano una famiglia nel senso più profondo del termine”.