Una straordinaria follia prende spunto dalle carriere e dalle vicende personali di importanti leader come Lincoln, Churchill, Gandhi, Martin Luther King Jr., JFK e altri degli ultimi due secoli per costruire un'argomentazione allo stesso tempo controversa e convincente: le stesse qualità che contraddistinguono le persone affette da disturbi dell'umore - realismo, empatia, resilienza e creatività - sono anche quelle che, nei momenti di crisi, rendono i leader migliori.
Prendendo in esame Lincoln e Churchill, per esempio, Ghaemi mostra come il loro realismo depressivo li abbia aiutati ad affrontare complesse sfide sia personali che nazionali. Guardando, invece, al generale Sherman e al magnate della TV americana Ted Turner è la creatività, una qualità a fondo studiata dagli psichiatri in relazione al disturbo bipolare, a essere la fonte delle loro strategie più innovative e di successo.
Combinando una solida analisi delle prove storiche con recenti ricerche psichiatriche, Ghaemi spiega persino perché uomini "normali" come Neville Chamberlain e George W. Bush siano stati dei pessimi leader e chiarisce anche quali tipi di follia, come la psicosi, sono alle volte causa di dispotismo e inettitudine su larga scala.
Una prospettiva audace e autorevole che offre nuovi strumenti per determinare chi dovrebbe guidarci, ma soprattutto che ci incoraggia a ripensare la nostra visione della malattia mentale come un fenomeno puramente negativo, perché i tipi più comuni di follia possono conferire benefici vitali agli individui e alla società nel suo complesso, per quanto alto sia il prezzo per chi sopporta queste malattie.