Chi era davvero Philip Dick? La risposta migliore è quella che danno i suoi romanzi ma qui sono disseminati tanti indizi diversi che gettano nuova luce sullo scrittore. Tanto più sapendo che in lui invenzione ed esperienza, scrittura e vita si fondono in un solo magnetico intreccio. Dalle varie forme di autoritratto a uso di editori e riviste allo scambio epistolare con il critico Frank Bertrand, i testi più squisitamente autobiografici mescolano sincerità brutale ed esagerazioni sfacciatamente romanzate. Con uguale passione, con la stessa intelligenza viscerale delle cose del mondo Dick si produce in affascinanti affondi sulla natura della fantascienza come genere letterario, sul ruolo dello scrittore di science fiction, sul futuro della scienza e della tecnologia. Dal tono informale e libero di Sarà mai perfezionata la bomba atomica? E se sì, che ne sarà di Robert Heinlein? si passa all'animosità contro gli accademici che tentano di trasformare la fantascienza in qualcosa di "rispettabile", lasciando emergere l'immagine di un Dick che "non è solo stato un visionario creatore di speculative fiction, bensì anche un illuminante e originale pensatore", come scrive Lawrence Sutin nella sua postfazione.