“Descrivendo i neri come esseri umani, si erge di molto sugli altri scrittori del Sud” Langston Hughes
Nel luglio del 1892, Mark Twain inizia a scrivere un racconto comico-farsesco, intitolato Quei gemelli fuori dell’ordinario, su due gemelli siamesi di origine italiana che, prima dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, capitano in un piccolo villaggio in riva al Mississippi. Poi, per svariati motivi, è costretto più volte a interrompersi, finché non si avvede che il racconto ne contiene in realtà un altro, molto diverso. Opera allora quello che chiamerà “un taglio cesareo” e dal primo testo, rimasto un abbozzo, estrae il secondo, un romanzo. Nasce così Wilson Testa-di-rapa, che è, al contrario, un dramma sulla schiavitù: la storia tragica di una schiava nera ma di pelle quasi bianca che cerca disperatamente di salvare il figlio, di due bambini scambiati in culla, di due fratelli italiani in viaggio nel West, di un giovane avvocatucolo emarginato dalla comunità in cui vive e del suo riscatto finale...
Da questo romanzo, la farsa scompare quasi del tutto, ma resta l’ironia graffiante del Mark Twain dell’ultima fase, pessimista e a volte disperata, della sua produzione. Tragedia, melodramma, romanzo di costume e di formazione ma soprattutto splendido ritratto di una donna che lotta con caparbietà contro un sistema spietato, Wilson Testa-di-rapa è un duro attacco alla schiavitù e alla società classista.
Quest’edizione contiene entrambi i testi.