La felicità disturbante di Joe Stretch. Un’intervista
Nel suo prendere di mira i vuoti abitanti del Ventunesimo secolo inglese, viene da pensare che Joe Stretch sia per certi versi il prodotto letterario distruttivo tipico dell'epoca in corso, su cui si abbatte il suo fiero - mai altezzoso - disprezzo. Lui non si tira fuori dalla miseria attorno: "Tanto siamo tutti infelici, ognuno a modo suo: life is shit, sono uno della vecchia scuola in verità. Però possiamo fare del nostro meglio", dice. Il che include letteratura, arte, opposizioni "al pensiero dominante e alla stupidità dilagante".
‟Come i nazisti hanno vinto la guerra”. Intervista a Kevin MacDonald
‟Svolgendo delle ricerche per un documentario su Jacques Vergès, ho cominciato a interessarmi a uno dei suoi casi, quello di Klaus Barbie. Non era soltanto una storia straordinaria e incredibile, ma conteneva tutti gli elementi fondamentali presenti nel mondo contemporaneo. I nostri governi utilizzano ancora delle organizzazioni e degli individui discutibili al servizio delle loro cause e poi ne pagano le conseguenze. Consideriamo, per esempio, il sostegno degli Stati Uniti ai talebani negli anni ottanta o quello riservato a Saddam Hussein nello stesso periodo. Io volevo mostrare come, anche se ci viene insegnato che il nazismo è stato battuto alla fine della Seconda guerra mondiale, nella realtà ha continuato a essere sfruttato dai vincitori per costruire il mondo in cui viviamo oggi. Il film avrebbe anche potuto intitolarsi Come i nazisti hanno vinto la guerra’.”
Euripide - Troiane. Ascolta e/o scarica il commento e la lettura
La violenza della guerra, il tragico destino dei vinti e l'"esportazione" della civiltà con le armi... nella Grecia di Pericle: Troiane di Euripide. Il commento di Davide Susanetti, docente di Letteratura greca all’Università di Padova e curatore e traduttore del volume e una lettura.
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Maradona: intervista a Emir Kusturica
”Faccio parte dei milioni di persone sparse in tutto il mondo che nel 1986 hanno fatto i salti di gioia per i due gol che ha segnato contro l’Inghilterra. Quella partita ha rappresentato, forse, la prima e l’ultima occasione di giustizia nel mondo. L’Argentina e la Serbia sono state schiacciate dalla potenza occidentale del Fmi ma continuano a lottare, e questo mi fa sentire vicino a Maradona. Oltretutto, in Serbia Diego è molto popolare e il nostro calcio somiglia a quello degli argentini. E poi qualcuno mi ha persino definito il Maradona del cinema... E poi che ogni volta che leggevo un libro o degli articoli di giornale su di lui, oppure ne sentivo parlare alla radio, mi accorgevo che nessuno gli rendeva davvero giustizia.”