Amos Oz

Amos Oz (1939-2018), scrittore israeliano, tra le voci più importanti della letteratura mondiale, ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini e ha insegnato Letteratura all’Università Ben Gurion del Negev. Con Feltrinelli ha pubblicato: Conoscere una donna (2000), Lo stesso mare (2000), Michael mio (2001), La scatola nera (2002), Una storia di amore e di tenebra (2003), Fima (2004), Contro il fanatismo (2004), D’un tratto nel folto del bosco (2005), Non dire notte (2007), La vita fa rima con la morte (2008), Una pace perfetta (2009), Scene dalla vita di un villaggio (2010, premio Napoli), Una pantera in cantina (2010), Il monte del Cattivo Consiglio (2011, premio Tomasi di Lampedusa 2012), Tra amici (2012; "Audiolibri Emons-Feltrinelli", 2013), Soumchi (2013), Giuda (2014), Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2013; con Fania Oz-Salzberger), Altrove, forse (2015), Tocca l'acqua, tocca il vento (2017), Cari fanatici (2017), Finché morte non sopraggiunga (2018), Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri (2019; con Shira Hadad), Le terre dello sciacallo (2021). Nella collana digitale Zoom ha pubblicato Si aspetta (2011) e Il re di Norvegia (2012). Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre quaranta lingue.


Opere di Amos Oz in Feltrinelli:

 

NARRATIVA

Conoscere una donna (2000)

Lo stesso mare (2000)

Michael mio (2001)

La scatola nera (2002)

Una storia di amore e di tenebra (2003)

Fima (2004)

D’un tratto nel folto del bosco (2005)

Non dire notte (2007)

La vita fa rima con la morte (2008)

Una pace perfetta (2009)

Scene dalla vita di un villaggio (2010)

Una pantera in cantina (2010)

Il monte del Cattivo Consiglio (2011)

Tra amici (2012)

Soumchi (2013)

Giuda (2014)

Altrove, forse (2015)

Tocca l’acqua, tocca il vento (2017)

Finché morte non sopraggiunga (2018)

Le terre dello sciacallo (2021)

 

SAGGISTICA

Contro il fanatismo (2004)

Gli ebrei e le parole (2013; con Fania Oz-Salzberger)

Cari fanatici (2017)

Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri (2019; con Shira Hadad)

Gesù e Giuda (2022)

Resta ancora tanto da dire (2023)

La storia comincia così (2024)

Amos Oz

Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri di Amos Oz, Shira Hadad

Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri è un dialogo sulla vita e sulla scrittura, ma la voce di Shira Hadad, la editor di Amos Oz, è in fondo la coscienza del grande scrittore, che gli pone domande sul proprio passato, sui temi che l’hanno coinvolto, s…

Guerra Israele-Hamas, veto degli Usa sulla risoluzione Onu per il cessate il fuoco.

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“Sarebbe imperdonabile non arrivare adesso a un cessate il fuoco totale e alla fine dell'assedio” (Medici senza Frontiere).

E' mancato Amos Oz

E' mancato Amos Oz, autore che come pochi ha saputo spiegare e diffondere, attraverso i suoi libri e le sue riflessioni, un messaggio di speranza e tolleranza in tutto il mondo. Ci mancherà moltissimo come intellettuale, come scrittore,come uomo e come amico.

Amos Oz vince il premio letterario Bottari Lattes Grinzane

Lo scrittore terrà una lectio magistralis il 14 ottobre ad Alba. Leggi la motivazione del premio.

Laurea Honoris Causa ad Amos Oz

L'Università degli Studi di Milano ha conferito in data 29 gennaio 2016 la "Laurea Honoris Causa" ad Amos Oz.

Il film di Amos Oz sui soldati israeliani a Milano

Dopo il gran successo delle proiezioni al Festival della Letteratura di Mantova, “Censored Voices”, il film di Mor Loushy - che ripropone per la prima volta le parole dei soldati israeliani registrate da Amos Oz all’ indomani della guerra dei sei giorni e censurate per 50 anni - viene proiettato a Milano in occasione del Milano Film Festival.

Amos Oz vince il Premio Adei-Wizo - categoria Ragazzi

Amos Oz con Tra amici è il vincitore del Premio Adei-Wizo - categoria Ragazzi. La premiazione si terrà il 30 ottobre a Bologna presso la Sala dello Stabat Mater, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio.

Il "Premio Internazionale Salone del Libro" ad Amos Oz

Amos Oz ha vinto la prima edizione del ‟Premio Internazionale Salone del Libro”. Lo scrittore israeliano è stato il più votato dal pubblico del Salone appena concluso.

Nella terra di Oz. Intervista allo scrittore israeliano

Un villaggio abbandonato alla solitudine. Abitato da uomini e donne con un presente senza qualità e privi di un futuro. Ma ciacuno nasconde un segreto. Lo scrittore israeliano ci parla di Scene dalla vita di un villaggio.

Amos Oz riceve la laurea honoris causa dall'Università per Stranieri di Siena

Ad Amos Oz sarà conferita la laurea honoris causa in Scienze linguistiche e comunicazione internazionale dall'Università per Stranieri di Siena. La cerimonia di conferimento si terrà nell'Aula Magna dell'Ateneo martedì 26 gennaio.

Amos Oz : La vendetta non serve

Il vero colpo mortale ad Hamas sarà la firma dell’accordo di pace, oggi possibile, forse imminente, con la componente moderata dell’attuale Autorità Palestinese.

Il "Premio Internazionale Primo Levi" a Amos Oz

Il Consiglio Direttivo del Centro Culturale Primo Levi di Genova ha deciso all'unanimità di conferire il "Premio Internazionale Primo Levi" per l'anno 2008 a Amos Oz per l’impegno etico e civile che ha contraddistinto tutta la sua vita di scrittore.

Questione israelo-palestinese: “Non voltiamo le spalle, serve un’intesa radicale”. Intervista ad Amos Oz

‟Occorre partire dal presupposto che la malattia non va rimossa, bensì curata. E la cura deve partire dalla comunità internazionale. È necessario un piano Marshall che miri a dare lavoro, speranze e aiuto ai circa 700.000 profughi di Gaza”.

Amos Oz: Io credo ai sogni: solo i sogni cambiano il mondo

Sono sempre stato convinto che tutte le cose nascono da un sogno. La realtà nasce dai sogni. Ed è per questo che io ci credo profondamente. Così anche questa pace di cui parliamo tanto è un sogno. E noi non abbiamo che una possibilità. Credere ai sogni.

Amos Oz: Annapolis. Isolare falchi ed estremisti per far vincere i due popoli

Le posizioni di israeliani e palestinesi sono meno lontane oggi di quanto non lo siano mai state in questi ultimi cento anni di rabbia e di sofferenza. Entrambi accettano il principio di due Stati per due popoli...

Amos Oz: Il Romanzo è il ponte tra le civiltà

Credo che la letteratura sia un ponte gettato tra i popoli. Immaginare l’altro può essere un antidoto al fanatismo. Immaginare l’altro farà di voi non solo uomini migliori nel lavoro o nell’amore, ma vi trasformerà in esseri umani migliori.

Io, Amos Oz il mediatore. Un colloquio

‟Se si scrive letteratura per cambiare le cose, non si otterrà nessun risultato. Solo i romanzi che non sono concepiti con l’intento di cambiare le cose, talvolta, vi riescono profondamente”.

Ad Amos Oz il Premio Fondazione Carical Grinzane Cavour

Lo scrittore israeliano ha vinto il Premio Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Mediterranea nella sezione "Società Civile - Giustino Fortunato". La premiazione si è svolta il 25 settembre alle ore 18 presso il Teatro Rendano di Cosenza.

Amos Oz: Medio Oriente. Ora Sono Ottimista

La scissione tra la Striscia di Gaza, sotto il pugno di Hamas, e la Cisgiordania, sotto il governo dei moderati, rappresenta un’occasione storica per il processo di pace tra Israele e l’amministrazione di Abu Mazen.

Ad Amos Oz il Premio Principe de Asturias

Amos Oz è stato proclamato vincitore del Premio Principe de Asturias de Las Letras 2007, giunto quest'anno alla XXVII edizione. La cerimonia di premiazione si terrà in autunno a Oviedo.

Ad Amos Oz l’“Ambrogino d’oro”

Lo scrittore israeliano ha ricevuto il prestigioso premio della città di Milano ‟per il suo grande impegno civile e quale diffusore della cultura della pace in Medioriente”. La cerimonia si è svolta giovedì 24 maggio 2007.

Amos Oz: Un'apertura sui profughi salverà il futuro di Israele

Ogni qualvolta noi israeliani sentiamo il termine "profughi del 1948" proviamo una stretta di paura e di rifiuto allo stomaco. Questo termine è diventato per noi sinonimo di "diritto al ritorno". Forse è arrivato il momento di rimettere ordine...

Amos Oz: Noi ebrei erranti senza Papa

Democrazia e tolleranza implicano umanesimo, umanesimo implica pluralismo - in altre parole il riconoscimento del diritto comune a tutti gli uomini ad essersi diversi l'uno dall'altro. La diversità fra gli uomini non è un male.

Amos Oz: Gerusalemme. I luoghi santi non valgono una guerra

Nelle controversie tra Israele e Palestina quella più urgente non riguarda il controllo dei luoghi sacri, ma il terrorismo palestinese, perché miete vittime, e l’occupazione israeliana dei territori, perché opprime e umilia un intero popolo.

Amos Oz: Israele deve trattare con la Siria

Il presidente siriano propone a Israele di avviare trattative di pace. A questa proposta Israele ha risposto in maniera sbalorditiva: non possiamo disubbidire a Bush, nostro alleato, che non ha alcun interesse a un accordo di pace tra Israele e la Siria.

Amos Oz: Israele-Palestina. Due fronti in Movimento

La tregua sarà un primo passo. A questo dovranno seguirne altri tre: la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, la formazione di un nuovo governo palestinese che aspiri alla convivenza con Israele e l’inizio di un negoziato di pace.

Amos Oz, David Grossman, Abraham Yeoshua: Israele-Palestina. “Reciproco rispetto, senza occupazione e senza terrore”

Il testo della lettera inviata dagli scrittori israeliani Amos Oz, David Grossman e Abraham Yeoshua al Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen.

Amos Oz presidente di Israele? Nasce il partito dello scrittore

Amos Oz, autore famoso in tutto il mondo e da sempre protagonista della vita politica di Israele, potrebbe candidarsi a prendere il posto dell’ormai discreditato Moshe Katsav come capo dello Stato.

Amos Oz: Io, scrittore pacifista. È una guerra giusta

Molte volte in passato il movimento pacifista israeliano ha criticato le operazioni militari delle sue forze armate. Questa volta no. Questa volta Israele si sta difendendo da un attacco e da un bombardamento quotidiano di decine di città e villaggi.

Amos Oz: Giocare la Carta della Lega Araba

Gli elettori israeliani hanno espresso una coalizione di centrosinistra moderata, con Ehud Olmert alla guida. Questo risultato significa un importante cambiamento nella società israeliana, dovuto in gran parte ad Ariel Sharon.

Amos Oz: Ariel, il soldato agricoltore che in una notte cambiò la sua storia

Ha impersonato quel misto di brutalità e vittimismo comune a molti israeliani Nell’autunno della vita ha mutato visione delle cose. Cos’altro avrebbe fatto per la pace?

Amos Oz: Sharon e il diavolo

Sharon ha rappresentato ai miei occhi il simbolo di tutto ciò che detesto del mio Paese: il militarismo, l’arroganza, la demagogia. Tuttavia ritengo che uno tra noi due stia cambiando e temo che non si tratti di me.

Amos Oz: Il mio amico Rabin, l’eroe che ascoltava

‟Ytzhak Rabin era un uomo riservatissimo. Faceva davvero fatica a irradiare calore umano”. Il ricordo di Amos Oz nell’anniversario della morte del primo ministro israeliano, assassinato nel novembre 1995 da un estremista ebreo.

Amos Oz tra politica e letteratura

Ripercorrendo alcuni scritti di Oz si rimane colpiti non solo dalla fortissima circolarità di temi che si stabilisce tra la saggistica politica e la produzione letteraria, ma anche dalla estrema centralità che assume il rapporto con l’Europa.

Amos Oz: Perché bene e male non esistono più

Una sintesi del discorso tenuto da Amos Oz per l’assegnazione del premio Goethe: ‟Per i professionisti delle Scienze sociali il male deriva da circostanze che sono spesso al di là del nostro personale controllo. Ovvero, è sempre colpa della società”.

Amos Oz: Noi liberi dai Coloni

I coloni ebrei di Gaza e Cisgiordania hanno un sogno per il futuro di Israele. Anch'io ne ho uno. Il loro dolce sogno, però, è il mio incubo e i miei sogni, il loro veleno.

Oz Amos: Ebrei e palestinesi, noi scrittori contro la guerra

Il conflitto in Medio Oriente e la missione della letteratura come sentinella, fuori dalla politica e dalle ideologie. Un appello alla comprensione fra i popoli che sfida i luoghi comuni ed evidenzia la necessità di una pace non più rinviabile.

Amos Oz: La strana unione di falchi e colombe

Non avrei mai pensato che il movimento pacifista e i partiti della sinistra in Israele si sarebbero trovati a manifestare per Sharon. Ma questo può solo provare che in Medio Oriente la parola "mai" ha un significato molto limitato.

Amos Oz: «La delegazione palestinese mi ha deluso»

"Ginevra, Washington, Bruxelles sono stazioni lungo la strada per persuadere Gerusalemme, Nablus, Tel Aviv, Gaza... ma alla fine noi abbiamo bisogno di persuadere l'opinione pubblica palestinese e israeliana."

Amos Oz: La nostra colpa: non siamo realisti

Abu Mazen ha infine presentato le dimissioni ad Arafat. Nel suo discorso di addio il premier uscente ha accusato lo stesso Arafat di averlo accoltellato alla schiena. Poi ha puntato il dito contro Israele e Stati Uniti...

Amos Oz: L’abbandono di due utopie

Per la prima volta in un secolo di guerre, i due popoli - gli ebrei israeliani e gli arabi palestinesi - sono più avanti rispetto ai loro leader. I due popoli sanno bene che la terra contesa va divisa in due Stati-nazione.

Sul nuovo libro di Amos Oz

Una storia d'amore e di buio, il nuovo libro di Amos Oz: i critici istraeliani l'hanno definito "il manifesto del mondo askenazita scomparso". La biografia dei primi vent’anni dell’autore, senza finzione. Una saga, il ritratto di una generazione.

Amos Oz: Quelle cose che tutti sanno

Riassunto in poche parole, i pazienti (così io considero entrambi, israeliani e palestinesi) sono riluttanti ma pronti per il tavolo operatorio, mentre i dottori (Sharon e Arafat) si dimostrano inguaribili codardi.

Amos Oz: Due guerre, una comprensibile e una indecente

Due guerre israelo-palestinesi sono scoppiate in questa regione. Una è una guerra giusta, l’altra è sia ingiusta che futile.

Amos Oz: Il signor "Sharafat" e i bimbi (morti) che lo guardano

Civili innocenti muoiono assassinati in entrambi i campi praticamente ogni giorno. Muoiono non perché non esista una via per risolvere la crisi ma, al contrario, muoiono proprio perché quella via esiste e qui tutti la conoscono molto bene.

L'opinione di Amos Oz: Dr Jekyll e Mr Hide, la sindrome che paralizza la pace

"Perché negli ultimi tempi le colombe israeliane sono quasi paralizzate? Perché sono quasi irrilevanti nel cercare di bloccare le disastrose politiche del governo Sharon? Dopo tutto, nemmeno dieci anni fa, il movimento pacifista riempiva le piazze..."

L'opinione di Amos Oz: Non è uno scontro tra religioni

"Non vi è alcuna giustificazione per l’occupazione e la repressione del popolo palestinese da anni attuata da Israele."
Un decalogo di Amos Oz, tratto dal saggio "Contro il fanatismo"

Un decalogo di Amos Oz, tratto dal saggio "Contro il fanatismo"

Il fanatismo nasce molto prima dell'islamismo, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è, se così si può dire, un gene del male...

"Fondamentalista è chi si nega al dialogo". Amos Oz sull’invito a boicottare la Fiera del Libro di Torino.

La voce di Oz è pacata e solida come sempre: non si scompone di mezzo tono. A dispetto della vita relativamente movimentata di questo periodo, a dispetto degli ‟scottanti” argomenti di cui si chiacchiera. Non è freddo aplomb, il suo. Non è neppure indifferenza. Amos Oz non è minimamente turbato dal polverone intorno alla Fiera di Torino, per ragioni più serie e profonde.

Amos Oz, l’umorismo contro la pazzia del mondo

"Un grande storico parla di guerra di civiltà fra Occidente e l’Islam, ma la vera guerra è tra il fanatismo, da qualunque religione provenga, e noi. Ci sono persone che fanno esplodere cliniche per gli aborti negli Stati Uniti o che non tollerano Sinagoghe e Moschee. Queste persone non si differenziano da Bin Laden per la portata delle loro azioni. C’è sicuramente fanatismo in ogni famiglia e in qualunque storia d’amore, ma se riusciremo a contenere il fanatico che è in noi saremo pronti a gestirlo."

Amos Oz: A Gaza servono truppe egiziane per garantire la sicurezza

Un giorno o l’altro smetteranno di piovere missili sui territori palestinesi e su quelli israeliani. Tornerà il sole anche sui campi profughi della Cisgiordania, sulla Striscia di Gaza e sulla confinante cittadina ebraica di Sderot, martellata dai razzi kassam. Amos Oz, uno degli scrittori israeliani più impegnati sul fronte della pace, ne è sicuro: ‟Alla fine ci saranno due popoli e due stati”.

Oltre il fanatismo. Amos Oz interviene a ‟Torino Spiritualità”

"Vuoi fare qualcosa di concreto contro il fanatismo crescente? Comincia tu per primo a metterti nei panni degli altri". È la ricetta presentata da Amos Oz nell'ambito di ‟Torino spiritualità”.
"Conosco persone del movimento pacifista talmente militanti nelle proprie convinzioni su come costruire la pace da impegnarsi in guerre molto serie con le altri pacifisti. Li chiamano colombe, ma che razza di colombe sono quelle che combattono in continuazione l'una contro l'altra? Il punto è che nessuno è davvero immune dal fanatismo. Anche se non ogni forma di fanatismo è un pericolo mortale".

Amos Oz e la Gerusalemme della sua infanzia. Un reading

Alla festa per i cinquant’anni della Feltrinelli Amos Oz ci racconta in ebraico la Gerusalemme della sua infanzia e Lella Costa ce la rende in italiano. L’evento si è svolto il 1° luglio 2005 alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte. Durante la serata Oz ha risposto, insieme a Daniel Pennac e Jonathan Coe, alla domande dei lettori.

Se vuoi ascoltare le risposte e i reading di Coe e Pennac clicca qui

Paura e speranza a Gerusalemme. Intervista a Amos Oz

‟Per fare bene il mio lavoro di scrittore devo sentirmi sempre un po' straniero, giocando con il connubio continuo tra distanza e intimità. Per questo al centro di tutto non c'è l'invito ad amare l'"altro", a sposarne le posizioni, ma la possibilità di mettersi anche solo per un attimo nei suoi panni. Certo, se cerchi di metterti nei panni di qualcuno, prima o poi diventi anche un amante migliore. Ma per questo, tra israeliani e palestinesi, è decisamente ancora presto. (…) Oggi la sinistra israeliana potrebbe far cadere Sharon in qualunque momento, visto che ha perso gran parte del suo sostegno a destra. Questo potrebbe farci sentire tutti molto bene. Solo che come persone di sinistra in Israele non credo la nostra principale preoccupazione debba essere quella si sentirci bene, quanto piuttosto di capire cosa si può fare, date le condizioni esistenti oggi, per modificare davvero le cose. Se la sinistra governasse da sola, certo avrebbe un'attitudine del tutto diversa da quella di Sharon. Ma nel momento in cui questa maggioranza sta organizzando il ritiro dell'esercito israeliano e lo smantellamento delle colonie a Gaza, vale a dire qualcosa che rappresenta un bene per i palestinesi come per gli israeliani, credo che vada appoggiata”.

Sulla paura e la speranza. Intervista a Amos Oz

‟Mi piacerebbe ricordare, perdonare, non dimenticare nulla e capire, soprattutto. Non sono però un post-moderno, di quelli che sostengono che tutti possono amare tutti e tutti possono perdonare. Mi colloco a metà strada tra Gesù e Foucault, un po’ più vicino a Gesù, in verità. (...) È mancato il coraggio e anche la capacità di proiezione fantastica. Però da entrambe le parti, negli ultimi mesi, sono stati compiuti piccoli passi che forse indicano che i leader stanno andando nella direzione giusta. Alla fine arriverà il compromesso a denti stretti, che farà un male cane a israeliani e palestinesi. Non c’è altro di possibile".

In nome dell’amore ai tempi dei kamikaze. Intervista a Amos Oz

‟Non sono stanco della tragedia mediorientale, né di agire come attivista. Sono stanco di parlare da analista. Vedo che sia tra i palestinesi fanatici che tra gli israeliani fanatici esistono forti propensioni al suicidio. Su entrambi i versanti ci sono persone disposte a uccidere e a morire per ciò che, a loro modo di vedere, è più importante della vita stessa. E per un fanatico quasi tutto è più importante della vita. Il kamikaze, non va dimenticato, prima di ogni altra cosa è - donna o uomo che sia - un individuo con tendenze suicide. Essendo un fanatico, però, vuole portare altri con sé. D’altronde, lo slogan 'viva la muerte' non è stato inventato né in Israele né in Palestina”.

‟Il compromesso è l’arte di vivere”. Intervista ad Amos Oz

‟Abito vicino al deserto. Mi alzo all'alba e me ne vado lì a vagabondare senza meta. E cerco di sentire. Quando torno a casa accendo il notiziario delle 6 e ascolto gli uomini politici riempirsi la bocca di parole: ‘Per sempre’, ‘mai più...’. Allora sento ridere le pietre di quel deserto, che da centomila anni è sempre uguale. (…) Mi metto a scrivere. Che è una cosa faticosissima. A volte passo tutta la mattina senza riuscire a combinare nulla. Nemmeno una riga. Me ne sto lì a fissare il muro”.

Amos Oz: Il mio deserto, misura delle cose

Il romanziere israeliano comincia le giornate con una passeggiata nella depressione di sabbia.
‟Il deserto è per me la misura delle cose. Una specie di pietra di paragone. È lui che mi dice che cosa conta e che cosa no. Tutto cambia, nel mondo. Solo il deserto resta sempre lo stesso. È sempre qui, sempre lo stesso: questa sua fissità insegna a vedere le cose nel verso giusto. Quando, tornato dalla mia passeggiata quotidiana, sento il giornale radio e dentro l'apparecchio qualche politico sbraita i suoi proclami fitti di "per sempre" e di "mai", ormai so che queste misure di tempo varranno forse sei mesi, forse un anno, magari anche tre. Ma solo il deserto conosce il sempre e il mai: e così se la ride di queste parole gonfie. E me la rido un poco anch'io, insieme a lui”… ‟È proprio questa fissità che diventa il termine di paragone per confrontarvi ciò che nel mondo irrimediabilmente passa, non dura. Questo suo restare fermo, nel tempo e nello spazio, mi dice che cosa è giusto e che cosa no. (…) Questo deserto non è sabbia, non è uno spazio geografico uniforme, indistinguibile. Queste montagne sono l'eternità. Sono qui da sempre e ancora resteranno. Così va il tempo, nel deserto. Nulla cambia.”

Amos Oz: "Suicidi in Israele? Tutta colpa della guerra"

"Il problema è la guerra, e la cura è la pace". Bastano poche parole, ad Amos Oz, per definire il malessere che porta sempre più giovani israeliani a cercare il suicidio. Grande scrittore e pacifista convinto, Oz non ha dubbi sulle cause del fenomeno: "Ci sono anche altre motivazioni, ma il conflitto con i palestinesi è la variabile indipendente, la molla in più della depressione giovanile nel nostro paese", dice il romanziere al telefono con Repubblica dalla sua casa di Arad, nel deserto del Negev.

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