Alla ricerca della verità. Intervista a Carlo Ginzburg

Alla ricerca della verità. Intervista a Carlo Ginzburg

«Oggi parole come verità o realtà sono diventate per qualcuno impronunciabili a meno che non siano racchiuse tra virgolette scritte o mimate». Estraggo questa frase dal nuovo libro di Carlo Ginzburg Il filo e le tracce, una raccolta di saggi, tanto belli quanto sorprendenti. Belli perché ciascuno di essi si prospetta come un piccolo universo in espansione. A leggerli, viene in mente che le questioni che lo storico pone sono punti essenziali dai quali si può ripartire più ricchi e più consapevoli. Sorprendenti, per la tessitura che vi si intravede, per gli accostamenti, le comparazioni, la capacità di far parlare i libri messi a confronto: un dialogo di Maurice July e i Protocolli dei Savi di Sion, un romanzo medievale e la lettura che ne fa Jean Chapelain alla metà del Seicento, un oscuro critico di Flaubert che illumina, forse involontariamente, l´influenza della fotografia sulla letteratura e viceversa; il modo in cui gli europei arrivarono a scoprire la figura degli sciamani. Fermiamoci qui. Un´erudizione senza noia ci viene incontro. Il filo e le tracce ci pone di fronte a una questione tutt´altro che secondaria: in che modo uno storico racconta ciò che è accaduto? Qualcosa succede, si tratta di capirne solo la rilevanza, l´attendibilità, il grado di verità; oppure bisogna prendere in considerazione circostanze che possono turbare questo equilibrio? Il sottotitolo del libro è Vero, falso finto. Dice Ginzburg: «Sono come tre arance che lo storico tira in aria. Bisogna fare attenzione a non farne cadere nessuna».

Mistero chiuso nel cassetto. Intervista a Eugenio Borgna

Mistero chiuso nel cassetto. Intervista a Eugenio Borgna

Nella cultura occidentale la morte viene cancellata. Che cosa ci può aiutare ad affrontarla? Forse la fede? La verità è che l’estremo passaggio è vissuto da ciascuno in modo diverso. Le riflessioni dello psichiatra Eugenio Borgna. ‟La legge del contrappasso non può essere razionalizzata sino in fondo perché non si inserisce in essa la dimensione variabile e camaleontica del mistero, E mistero significa incomprensione, segreto, abisso che possiamo rivivere come meno tragico in alcune religioni che in altre. In una prospettiva essenzialmente psicologica qual è la mia, direi che difficilmente ci sono differenze radicali e inconciliabili nelle diverse culture quando soggettivamente si guarda alla voragine della morte. All’interno di ogni cultura ed esperienza religiosa, cristiana o non, il modo con cui ciascuno rivive l’ombra, il mistero della morte è carico di connotazioni psicologiche interiori che trascendono le strutture portanti di chiunque faccia parte di una certa cultura e anche di una certa orientazione religiosa”.

Medina Reyes non ci sta. ‟Con Bukowski niente in comune”

Medina Reyes non ci sta. ‟Con Bukowski niente in comune”

Efraim Medina Reyes, autore di Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo, La sessualità della Pantera Rosa, rifiuta il paragone con Bukowski e conferma la sua fama di ‟cattivo ragazzo”.
‟La somiglianza si riduce al fatto che ci piacciono le donne, l'alcol e prendere a botte gli idioti. Se fosse così, in Colombia ci sono milioni di Bukowski”.

Letteratura come ossessione e fonte di ispirazione. Intervista a Enrique Vila-Matas

Letteratura come ossessione e fonte di ispirazione. Intervista a Enrique Vila-Matas

In Parigi non finisce mai, il suo ultimo grande romanzo, Enrique Vila-Matas racconta le sue ossessioni parigine degli esordi, quando ancora non era uno scrittore affermato e sognava di diventare come Hemingway. Un’intervista.
‟A volte mi accade ciò che successe a Borges durante la settimana in cui scrisse L’Aleph. ‘Vedevo i miei amici, cenai un venerdì con Haydee Lange, andavo al cinema, continuavo la mia vita normale, e al tempo stesso sentivo che tutto era finto, che ciò che era realmente vero era il racconto che stavo immaginando e scrivendo’”.