Elogio della ragione. Intervista a Salvatore Veca

Elogio della ragione. Intervista a Salvatore Veca

Salvatore Veca risponde alle nuove sfide della politica planetaria, dell’incontro (o scontro) fra civiltà, richiamandosi ai grandi filosofi, per disegnare innanzitutto uno scenario in forte tensione: da una parte la prospettiva cosmopolitica (che si rifà al progetto kantiano), dall’altra ‟l’arena hobbesiana delle relazioni internazionali”. ‟Negli ultimi trent’anni ci siamo trovati in un nuovo scenario, che è quello della dimensione transnazionale. Per questo motivo la filosofia politica è chiamata ad un aggiornamento teorico, per cercare di estendere i propri criteri interpretativi dal versante interno, o nazionale, a quello della grande arena del globo.

Ivana Castoldi presenta Figli per sempre

Ivana Castoldi presenta Figli per sempre

Tutti noi abbiamo avuto modo di rivivere la nostra adolescenza, ripensando al ruolo assunto dai nostri genitori e a come il loro intervento sia stato in taluni casi essenziale per le nostre scelte. Ripensare ci permette di non rifare gli stessi errori nel rapportarci ai nostri figli precedente, alla fine condividono le stesse strutture emozionali. Un libro sull’adolescenza assolutamente nuovo sia nel racconto sia per il montaggio dei documenti.

Pier Aldo Rovatti su Logica del senso di Gilles Deleuze

Pier Aldo Rovatti su Logica del senso di Gilles Deleuze

Attraverso la filosofia, la letteratura, la psicoanalisi, Gilles Deleuze compie una ricognizione acuta e gaia tra i paradossi che formano la teoria del senso e le varie celebrazioni delle nozze tra il linguaggio e l’inconscio.
Pier Aldo Rovatti presenta un grande classico di Gilles Deleuze, a ottant’anni dalla nascita e a dieci dalla scomparsa del filosofo francese.

Ho messo una grande freccia con una indicazione: ‟Circolare”. Intervista a Paolo Nori

Ho messo una grande freccia con una indicazione: ‟Circolare”. Intervista a Paolo Nori

Da qualche tempo, sostiene Nori con la sua lingua solo in apparenza svagata, pare che miglior esito di un libro italiano sia diventare un film, meglio ancora uno sceneggiato. Quello che conta, infatti, è "il destino del cinema italiano, o dello sceneggiato televisivo italiano". Lo stato delle cose della cinematografia italiana non pare dei più felici, lo sceneggiato (che si chiama oggi fiction, ma Nori lo sa molto bene, e a bella posta usa una qualifica desueta) non sta molto meglio. Chi invece sta benissimo è appunto Paolo Nori, scrittore ipercolto, secondo una recente categoria dovuta a Mario Barenghi, e in quanto tale padrone del registro ironico e di quello stralunato, come fosse un Antonio Delfini magari meno ricco di famiglia, ma non meno desideroso di divertirsi. Fra i suoi romanzi, questo è appunto uno fra i più divertenti, oltre che fra i più linguisticamente sorvegliati. Nori ne ha parlato con Stilos.