
La cultura ungherese in luce. Intervista a Péter Esterházy
Lo scrittore ungherese Péter Esterházy sarà insignito quest'anno del Premio per la Pace dei Librai Tedeschi per il modo come ha saputo accompagnare con la sua opera letteraria i rivolgiment nell'est Europa.
La cerimonia del conferimento del prestigioso riconoscimento tedesco si terrà in margine alla Fiera del Libro di Francoforte il 10 ottobre nella Paulskirche.
Il cinquantatreenne scrittore magiaro - è detto nella motivazione del Premio - ha descritto con dolore e ironia nei suoi romanzi la distruzione dell'Europa durante le dittature comuniste e la "resurrezione"del continente con i rivolgimenti dell'anno 1989.
Con la sua opera ha guidato il suo paese nel centro dell'Europa.
Esterházy è il 55esimo scrittore a ricevere il Premio dotato di 15.000 euro. Lo scorso anno andò alla collega americana Susan Sontag. Altri premiati sono stati Jorge Semprun, Mario Vargas Llosa, Yaser Kemal, Martin Walser, Jürgen Habermas.
Nato nel 1950 a Budapest, Esterházy è un rappresentante della generazione postmoderna della letteratura ungherese. Il suo romanzo principale è Harmonia Caelestis, uscito nel 2000, nel quale racconta la storia di una famiglia. Per questa cronaca incosueta, che ha dominato per mesi le classifiche dei bestseller in Ungheria, Esterházy ha ricevuto molti premi.
Lo scrittore proviene da una antica famiglia aristocratica ungherese che nel 1948, dopo l'arrivo al potere dei comunisti, fu espropriata di tutti i suoi beni e deportata.
La giuria del Premio per la Pace Tedesco ha peraltro definito Esterházy il "più giovane dei joyciani", alludendo al famoso autore irlandese dell'Ulisse, di cui, in questi giorni, è stato celebrato il centenario "creativo". Le peregrinazioni di Ulisse, infatti, sono datate 16 giugno 1904.

Susan George: "No global, contestare non basta"
Parla l'economista, capofila nella battaglia contro il Wto: "Detesto la definizione 'no global'. Trovo sia mal scelta, stupida, distruttiva. Non siamo anti-globalizzazione, siamo molto solidali, molto internazionalisti, ma vogliamo una globalizzazione diversa… Cerchiamo di elaborare delle proposte, dei progetti molto concreti. Porto Alegre, a gennaio, non avrà più delle sessioni plenarie con persone famose. Ciò è finito, faremo solo dei seminari e dei laboratori. L'obiettivo è di riunire le persone del mondo intero che lavorano su uno stesso problema per elaborare assieme delle strategie. Siamo in fase di consolidamento e di proposta…Stiamo concentrandoci su certe proposte su cui tutti saranno d'accordo: ad esempio, la tassazione internazionale delle transazioni finanziarie e la lotta contro i paradisi fiscali."

Marina Forti e Paolo Hutter presentano La signora di Narmada
Dai "rifugiati ambientali" alle lotte ecopacifiste di comunità rurali, in diverse aree del pianeta: un intero universo di movimenti per la difesa del territorio, dell’aria e dell’acqua emerge in modo vivo e inedito.
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Gino Strada: Gli ostaggi? "Comprati per 9 milioni di dollari poi il finto blitz per liberarli"
Gino Strada, con la sua Emergency, è stato uno dei canali di trattativa "in chiaro" per la liberazione degli ostaggi. Nelle prime tre settimane di maggio, Strada, con sua figlia Cecilia e Tommaso Notarianni, ha negoziato a Bagdad con quattro fonti irachene. Ripartendone con una certezza. Che Agliana, Cupertino e Stefio sarebbero stati liberati "senza condizioni". Oggi dice: ‟Ci è stato detto che quando la vicenda era ormai risolta, qualcuno ha pagato 9 milioni di dollari... Che gli ostaggi sono stati di fatto consegnati agli americani… Non so chi ha tirato fuori i soldi. So i nomi dei mediatori che, mi viene detto, li hanno maneggiati. Non ho difficoltà a farli, perché Emergency non è un servizio segreto e quel che ha fatto lo ha fatto in modo trasparente. Abbiamo lavorato per la liberazione degli ostaggi con la stessa logica con cui lavoriamo nei nostri ospedali. Siamo stati testimoni diretti di una storia che ha incrociato il nostro cammino. E ora che gli ostaggi sono sani e salvi posso raccontarla”.