Professione vagabondo. Intervista a Ryszard Kapuscinski
‟Ci si mette in viaggio a causa di una tragedia, o perché travolti da un’insana passione. Ma andare altrove serve a scoprire gli altri. E se stessi”. Parola del massimo reporter vivente, Ryszard Kapuscinski, che nel suo nuovo libro Autoritratto di un reporter racconta la sua ‟folle” passione per il viaggio e per la scoperta dell’altro attraverso la professione giornalistica.
‟Ci si mette in cammino per fuggire dalla fame, dalla peste, dalla guerra, per cercare la sicurezza altrove”.
Umberto Galimberti presenta in video La casa di psiche
La psicoanalisi conosce la mancanza di senso di una vita tormentata dalla sofferenza ma non la sofferenza determinata dall’irreperibilità di senso della vita. Per questo occorre tornare alla filosofia… Un’intervista video a Umberto Galimberti.
Amos Oz: ‟Questa politica che fa ridere le pietre”. Un’intervista
Amos Oz torna in Italia con un nuovo romanzo, Non dire notte. Non proprio nuovo: lo ha scritto nei primissimi anni Novanta, pubblicato nel 1994. Storia di una coppia a metà della vita, lui, Theo, architetto sessantenne, lei, Noa, insegnante di quindici anni più giovane. Vita monotona, forse rassegnata, in una cittadina di provincia (Tel Kedar, ma è un’invenzione), alla frontiera con il deserto del Negev. Poi uno studente di lei, Immanuel, amico di un cane ‟tristissimo”, viene ritrovato cadavere ai piedi di una rupe, forse suicida, forse in preda alla droga. Il padre Avraham Orvieto si ripresenta dalla Nigeria per il funerale e perché vorrebbe che nel ricordo del figlio venisse creato un centro per aiutare altri giovani come Immanuel, tossicodipendenti d’Israele. Affida il compito a Noa, l’insegnante più amata dal figlio, almeno secondo Avraham. Tel Kedar è un posto come qualsiasi altro: paure, rancori e altro. La stampa insorge: non ci lasceremo trasformare nella spazzatura di tutta la nazione. Malgrado la generosità di Noa e dei suoi amici, si immagina come finirà. Il bilancio tuttavia, almeno per lei e per Theo, sarà buono: lei e Theo riaccendono un amore stanco.
Tra luci e notti del deserto. Intervista ad Amos Oz
‟Devo confessarle che non credo di riuscire a influire molto sui processi in atto. Le dinamiche tramite le quali si arriva a condizionare non solo le istituzioni, ma anche la mentalità delle persone, sono davvero misteriose. Non mi risulta che chi legge i miei saggi abbia mai cambiato la propria opinione. Non mi è ancora successo che qualcuno, fermandomi per strada, mi abbia detto: Signor Oz, ho cambiato parere leggendo il suo libro’.”