
Inge Feltrinelli su Homo Faber di Max Frisch
Un ritratto di Max Frisch e di Ingeborg Bachmann nell’intervista video rilasciata da Inge Feltrinelli in occasione della pubblicazione di Homo Faber nella collana ‟Vintage”, nata per festeggiare i cinquant’anni della Casa editrice.
Massimo Cacciari: "Gli errori sono inevitabili quando la sicurezza è al primo posto"
‟Il cittadino pretende sicurezza e per ottenerla è disposto a tutto. Ma credo che, per il momento, la situazione sia ancora sotto controllo. Fino a quando la licenza di uccidere viene affidata a corpi dello Stato che dovrebbero essere, e speriamo siano, in grado di calcolare e ragionare, siamo ancora nei limiti del fisiologico”. Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, riflette sugli spari di Londra, sull´impennata del terrore, con la strage di Sharm, e sul serpeggiare di una paura sempre più insidiosa nelle società di Occidente.

Anna Colombo presenta Gli ebrei hanno sei dita
Quasi centenaria, lucida e fiera, Anna Colombo racconta una vita che incrocia drammaticamente la Storia e si rivela, pagina dopo pagina, l’esistenza di una donna che conserva, a ogni svolta del tempo e della sua educazione sentimentale, una impavida libertà e una smagliante autonomia di giudizio, una straordinaria volontà di imparare e una altrettanto radicata passione per l’insegnamento. Dalle prime manifestazioni di intolleranza razziale alla scoperta dell’amore, dallo studio della letteratura romena ai giorni terribili del conflitto mondiale e dell’Olocausto, dall’impatto con il comunismo d’Oltrecortina al ritorno in Italia e poi al trasferimento in Israele insieme al figlio Rimmon, passa in questa scabra e potente rievocazione di domestiche ansietà e destini generali una voce severa e luminosa, a cui non si può fare a meno di dare ascolto.
Con gli interventi di Marina Morpurgo, di ‟Diario”, e Laura Meli Bassi della ‟Società storica valtellinese”.
L’evento si è svolto il 16 giugno 2005 alla ‟Feltrinelli libri e musica” di Piazza Piemonte, a Milano.

Liberiamo la letteratura dai canoni del cinema. Intervista a Paolo Nori
‟Non mi piacciono i libri che attingono a un immaginario cinematografico, preferisco quelli fatti a mano. La nota cui lei si riferisce, che chiude il libro, è determinata dal fatto che ormai moltissimi libri sono scritti come se fossero dei film, sapendo che potrebbero diventare dei film e quasi come se si volesse facilitare il lavoro agli sceneggiatori. Viceversa, quando qualche produttore decide di prendere un libro-libro per farne un film, molto spesso del libro-libro viene usata solo una materia, mi vien da dire, indifferente: qualche battuta, i nomi dei protagonisti, l’ambientazione e poi questa materia indifferente, questa cartilagine, la si spalma sopra uno scheletro preesistente, che è lo stesso film italiano che si rifà da anni, sempre uguale. A me hanno fatto leggere una sceneggiatura tratta da un mio libro, Bassotuba non c’è, non era Bassotuba non c’è, era Il maresciallo Rocca. Solo che il Maresciallo ancora non si era arruolato nei carabinieri e non si chiamava Rocca, si chiamava Ferrari e era emiliano e era un po’ sovrappeso, però era proprio Il maresciallo Rocca, uguale identico.”