
Sergio S. Olguín presenta La squadra dei miei sogni
‟Da tempo volevo scrivere una storia per ragazzi imperniata sul calcio. Avevo scritto due romanzi per adulti e avevo voglia di raccontare una storia semplice su questa passione che unisce molti maschi argentini (e un numero sempre maggiore di donne). Mi era sempre piaciuta la frase di Albert Camus: Tutto ciò che ho imparato sugli uomini e sulla morale l’ho imparato giocando a calcio’. Senza rendermene conto, mano a mano che scrivevo, andavo scoprendo che il calcio era il pretesto per raccontare altre realtà: la situazione dei giovani emarginati, i pregiudizi delle classi sociali, la violenza della polizia della provincia di Buenos Aires.”

"Quando la tragedia sconvolse un movimento allegro e pacifico". Colloquio con Enrico Franceschini
Enrico Franceschini, bolognese, classe ´56, corrispondente di ‟Repubblica” da Londra e prima ancora dagli Usa, da Mosca e da Israele, è autore del libro Avevo vent´anni. Storia di un collettivo studentesco 1977-2007. Un viaggio nel passato, racchiuso in 160 pagine, nel quale quaranta voci, maschili e femminili, raccontano la storia di un’intera generazione.

L'eversione da stadio, la polizia, Brera, il calcio. Intervista a Toni Negri
Parliamo di calcio con Toni Negri, in un bar del centro di Roma. ‟[...] Per dire queste cose bisognerebbe fare un lavoro alla Gianni Brera, cioè entrare nei ritmi atletici, nel modo in cui si cibano, nel modo in cui sono serviti. L'altro giorno guardavo sul Corriere una fotografia della Fiorentina, e mi son trovato a contare 23 giocatori e 15 tra preparatori e allenatori. Cioè ogni giocatore ha quasi persona che lo segue professionalmente. Il che evidentemente non è più soltanto professionismo, c'è un surplus di tecnica. In effetti, come si fa a reggere tre incontri a settimana? Siamo in una struttura che non è più quella nella quale chiunque con strumenti normali, intellettivi, affettivi, immaginativi può partecipare al calcio. Diventa una cosa sovrumana, iperumana. Credo che questa forma di tifo totalmente esasperato sia un tentativo di imitazione di questo tipo di calcio.”

Gli analfabeti di emozioni. Intervista a Umberto Galimberti
‟Noi pensiamo che il nichilismo consista nella mancanza di senso, ma cercare un senso è una necessità della cultura cristiana secondo la quale la storia è orientata verso un fine. I greci invece si preoccupavano dell’arte di vivere, che consiste nel conoscere le proprie capacità: se le fai fiorire raggiungi la felicità. Se i giovani si amassero, se sapessero esplicitare la propria virtù, capirebbero che il senso dell’esistenza è limitato e non proiettato in un altrove che non abbiamo la possibilità di conoscere.” L’ospite inquietante, il nuovo libro di Umberto Galimberti.